MIO AMATO FRANK

Mio amato Frank,

non è facile, ma anche questa volta ci siamo riusciti, tra una vita e l’altra, abbiamo rubato del tempo al tutto.

Colmare la distanze tra noi è diventato il problema meno difficile da risolvere rispetto alle regole che scandiscono questi strani giorni, fatti di regole e capricciosi come gli adolescenti in preda agli ormoni. 

Se penso a come ti ho incontrato… la possibilità di capitare in quel posto erano praticamente nulle, ma evidentemente il Caso ha deciso che quel giorno ci saremmo dovuti incontrare, scegliendo te in quella moltitudine. 

Ricordo con precisione che lo stupore di quando il mio sguardo si è posato su di te e di come gli stessi occhi rivolti al cielo chiedessero se quello fosse uno scherzo.


Nessuno dei presenti ha intuito cosa stesse accadendo fu tra di noi, probabilmente nemmeno noi. Il lavoro è sempre una buon diversivo dove nascondere le cose e i sentimenti.

Abbiamo lasciato che accadesse. Siamo passato, presente e futuro in un solo istante.

Siamo un uomo e una donna che si sono incontrati nel momento sbagliato, eppur così perfetto.

Sappi, e che lo sappiano anche i posteri, che ti penso sempre. Non sei facile da conoscere, però mi ascolti paziente mentre ti lasci travolgere dalla mia vitalità. Credo sia questo il nostro segreto.

Sono convinta che pochi possano capire la nostra relazione, ma non mi importa perché è capace di sfidare le leggi della ragione e del tempo. 

Corro da te ogni volta che posso, che sia anche solo un breve saluto. Non abbiamo orari, è così, quando si può. Ogni volta che torno, ogni volta che parto.

Quando ci vediamo mi piace stupirti, con un fiore, una parola, le righe di un libro. 

Nella quiete della nostra panchina mi è venuto naturale leggerti Cinque meditazioni sulla Morte, ovvero sulla vita di con te François Chang. In fondo ci siamo incontrati per questo, essere eterni insieme e riscrivere insieme i confini del nostro essere.

«L’idea che la vita abbia fine, che possa essere differita, ci spinge a “realizzarci”: non più a inscriverci in un percorso di vita che subiremo come condizione ineluttabile, ma come concepire un progetto di vita… Sheng-sheng-bu-xi ovvero: “La vita genera la vita, senza fine”».


Eterno ragazzo che nel nome tuo nome hai le colline, hai trovato la pace lontano da casa, nelle colline di una terra che probabilmente non hai avuto il tempo amare, perchè troppo presto sei stato strappato alla vita, in una guerra non tua. 

Mi chiedo come fosse il tuo aspetto, cosa avresti fatto da grande e quali fossero i tuoi sogni, da chi non sei mai tornato.

Quando la mia mano è passata sul tuo nome freddo inciso nella pietra ho pensato che  non saresti stato più solo; che se anche una sola persona al mondo ti avesse ricordato tu saresti tornato a vivere, perchè solo attraverso i ricordi le persone non muoiono mai. 

Ho pensato che come me ti sei mentito forestiero in questa terra che prima di dare chiede pegno. Ci ha unito il mare e per questo sarà un sentimento profondo quanto limpido.


Oggi è una bella giornata, ci vediamo al mio ritorno, ma prima di andare ti accarezzo ancora una volta mio amato Frank W. Underhill - East Surrey Regiment - 27 TH JANUARY 1918.


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