PURA VIDA
Torno sapendo che torno. Prima di tornare però sono partita. Avevo paura che si ripresentasse l’estate con i suoi ricordi e le sue aspettative. L’estate non perdona e non ti prepara mai all’inverno. Eppure sono salita su quell’aereo. Il bagaglio come al solito ingombrante: due valigie, uno zaino, due barra tre cambi al giorno, almeno otto paia di scarpe tra cui delle Flip flop con il faccione asmatico di Dart Fener. Non ho scordato le protezioni, nove costumi e due paia di occhiali da sole. Praticamente il minimo indispensabile. E già avevo tolto qualcosa per dare spazio alla muta. Obiettivo della vacanza era sfatare il mito che i non riuscissi ad alzarmi sulla tavola da surf. Oltre alla divisa da Donna Invisibile, ho lasciato dello spazio disordinato per portare con me la stanchezza, le speranze, i dubbi, le incertezze, le paure, le domande e le partite a scacchi. Di solito queste cose trovano il loro giusto posto e peso di fronte al mare, lontano dalla gente. Tra i buoni pr